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Archive for the ‘Divagazioni’ Category

Nondum matura est, nolo acerbam sumere

In questa surreale e tragicamente comica situazione politica che ci troviamo a vivere , con una crisi economica  negata e pur palpabile, con fabbriche che chiudono  e operai ( e famiglie) a spasso,  troviamo anche il tempo di sorridere alle trovate di chi indegnamente ci rappresenta.

L’Italia e gli Italiani ( buonaparte almeno) sembrano vittima di una moderna sindrome di Stoccolma.

La sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (talvolta giungendo all’innamoramento) nei confronti del proprio sequestratore. Viene spesso citata anche in riferimento a situazioni simili, quali le violenze sulle donne o gli abusi su minori e tra i sopravvissuti dei campi di concentramento (wikipedia)

Alla fine finiamo per assomigliare all’aguzzino, quando invece le situazioni e le evidenze richiederebbero una forte e decisa condanna morale e politica.

La credibilità della nazione che pure normalmente e storicamente  non era altissima ( vecchie storie di tradimenti, eccessiva “adattabilità” alle contingenze internazionali, inaffidabilità e furbizia da vendere) adesso è ai minimi : per adottare una manovra finanziaria se ne sono fatte 5 versioni per trovare formule non che giovassero o proteggessero i cittadini ma che invece tutelassero gli interessi dei Ricattatori politici della maggioranza.

Siamo un paese in coma e il  tragico è che la spina è in mano a chi ci vuole morti ( Lega) o gente prezzolata (Scilipoti e soci).

In questi giorni (intercettazioni) si sviscera letteralmente il malcostume che regge la vita politica in Italia e tra Escort  e affabili procacciatori col vizietto del ricatto, riusciamo quasi a santificare, novella Santa Maria Goretti, l’attrice che osa respingere le proposte del Premier. La Arcuri assunta a involontaria portabandiera della Sinistra : Siamo evidentemente in crisi di leadership e senza guide autorevoli e riconosciute.

Speriamo solo che tra Banchieri (Profumo), Industriali ( Montezemolo) ecc la tentazione di scendere in politica non contagi la bella attrice col rischio di trovarcela candidata alle primarie.

La vicenda del “gran rifiuto” fa venire alla memoria una fiaba di Esopo, adattata da Fedro in latino :

la volpe e l’uva.

 

Fame coacta vulpes alta in vinea

uvam adpetebat summis saliens viribus:

quam tangere ut non potuit, discedens ait:

«Nondum matura est: nolo acerbam sumere».

Qui facere quae non possunt uerbis elevant,

adscribere hoc debebunt exemplum sibi.

 

La volpe e l’uva è una delle più celebri favole attribuite a Esopo. I riferimenti alla favola nel linguaggio comune assumono quasi le caratteristiche del proverbio. “Fare come la volpe con l’uva” significa, metaforicamente, reagire a una sconfitta sostenendo di non aver mai desiderato la vittoria, o disprezzando il premio che si è mancato di ottenere. La reazione dell’animale è considerata una forma esemplare di razionalizzazione in psicologia e di dissonanza cognitiva in psicologia sociale.(Wikipedia)

L’adeguatezza della citazione la si deduce dai due articoli riprodotti  ( Messaggero e Repubblica) che ci rimandano gli stati d’animo della volpe affamata ed in tema di promesse  e la dichiarazione di “ acerbità” .

Ed in mezzo ed intorno a tutto questo c’è un paese in rovina ed un popolo senza obiettivi e senza pretese.

Sic transit gloria mundi.

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Con una espressione non molto partecipante ho visto il presidente del consiglio parlare di un profondo dolore, tanto da far sanguinare ( Grondare sangue) il cuore, nel DOVERE imporre sacrifici agli italiani.

La mimica, per quanto permesso dalle ripetute plastiche facciali, non lasciava trasparire tanta sofferenza e gli occhi non si alzavano più in alto di una ipotetica prima fila di spettatori.

Avrei preferito che per una volta almeno, data la gravità della situazione, mostrasse più rispetto e considerazione per il popolo smettendo di cercare di “piazzare” le sue verità .

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D’Estate si sa chi può prende un periodo di riposo, fisico e mentale. Si stacca la spina si dice comunemente a significare un cambio di stile di vita con meno stress e preoccupazioni, purtroppo solo momentaneo e, dati i costi, sempre più breve.

La crisi economica, anch’essa globalizzata, fa la sua parte : speculazione, cassa integrazione, licenziamenti, incertezza sul futuro comportano una carica ansiogena che si cerca di combattere con un impegno intellettuale limitato.

Nel tempo libero, magari sotto un ombrellone in spiaggia, è facile cogliere questa tendenza al disimpegno sbirciando quelle che sono  gli oggetti di lettura. Il tipo impegnato (uomo o donna)  legge ( o fa finta di farlo) un grosso libro di uno scrittore o poeta di grido, la maggioranza comunque si limita a cruciverba, sudoku e riviste di gossip. Signore, spalmate di creme abbronzanti, durante la tostatura discutono di corna reali o solo mondane  condendo il tutto con le immancabili e macabre vicende di cronaca nera, perfette per imbastire processi e giurie popolari  estemporanee .

L’estate, lo confermano le statistiche, è il momento che ci si dedica maggiormente alla lettura.

Da buon Osservatore il Papa di Roma coglie l’occasione per consigliare la lettura di testi sacri a chi va in vacanza sostituendo le letture abituali del periodo estivo notoriamente frivole e terrene con qualcosa di spirituale e degno.

L’articolo non spiega se questa lettura comporta il perdono e la cancellazione degli inevitabili peccatucci che il vacanziere, involontariamente sia ben chiaro, commette quando sollevando gli occhi dal libro o dalla rivista posa lo sguardo su bikini, tanga e rispettivi contenuti, disseminati dal maligno tutt’intorno per tentare la fede e l’osservanza.

Siamo in un momento di crisi, e nonostante le favole che ci raccontano i politici, gli echi ed i timori raggiungono anche chi cerca di allontanare la realtà.

Mi è capitato tra le mani, resto di una consumazione al bar sulla spiaggia , uno strano Euro, Greco a giudicare dalla scrittura, con effigiata una civetta dai grandi occhi.

La nostra cultura associa questo animale ad eventi  sfortunati (scio’’, scio’’ cicciuvè; si dice per allontanare il malaugurio) e con un poco di cattiveria  quasi mi convinco della veridicità della cosa considerando il pessimo momento che sta passando la moneta Greca e tutta l’economia di quel paese.

 

La civetta, come molti altri animali notturni, è considerato dalla tradizione popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non si metta a cantare sopra il proprio tetto. Nell’antica Grecia, invece, la civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del genere, quello della specie riporta il nome latino dell’uccello), dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna.(Wikipedia)”

 

Se è il simbolo raffigurato a determinare la fortuna o la sfortuna di una moneta mi viene da consigliare ai nostri economisti,  poco capaci viste anche le nubi che si addensano sulla nostra economia e sulla nostra divisa, di coniare in fretta un nuovo  euro sostituendo la pur bella immagine Vinciana con un più benaugurante cornetto napoletano o in alternativa con una manina che fa le corna.

Quindi oltre i testi sacri, sulla spiaggia portiamo anche una Smorfia e un libro degli scongiuri.

 

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Semaforo rosso

La cura Marchionne ci propina un’altra pillola avvelenata.

Dopo essere stata sovvenzionata  più e più volte dallo Stato, cede lo Stabilimento  e PAGA  20 milioni di euro ad un imprenditore Carneade perché faccia in sua vece il Lavoro sporco .

Il mandante che paga il Killer per non sporcarsi le mani e la reputazione.

I politici, attivissimi sui giornali, brillano per la loro assenza allo sciopero di oggi : E’ l’Irpinia, i suoi Sindaci, i suoi sacerdoti, la sua gente a difendere quel poco che abbiamo.

Il resto del paese e i media nazionali  sembrano non accorgersi di quanto sta accadendo : hanno esaurito la loro solidarietà pochi giorni dopo il terremoto del 1980.

Non facciamo più notizia e non meritiamo neanche la pietà o la commiserazione di un paese ridotto a brandelli e diviso in tanti piccoli orticelli, oramai siamo considerati solo idonei ad accogliere l’ennesima discarica: il destino dei deboli e dei “buoni” cafoni di montagna.

Sarà il caso di affilare le unghie : la legge della Giungla che vige in questa epoca di finto liberismo non permette a chi resta indietro, a chi è disunito, di sopravvivere. E chi della unione , della solidarietà ha fatto negli anni la sua bandiera adesso si trova a disquisire sulla opportunità di chiamarsi “compagno” o “amico”, quasi a chiedere una legittimazione al pensiero corrente , alla moda e ai suoi stilisti.

Come l’abito non fa il monaco, non è il termine usato a sancire  l’appartenenza ad una ideologia, ad un modo di sentire : sono i comportamenti ,le idee e le regole di vita.

 

 

 

 

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Spedale degli Innocenti- Firenze

E’ quasi trascorso un mese dal clamoroso esito dei referendum ed è possibile trarne le prime conclusioni .

Le modalità con cui la politica, trasversalmente,  ha gestito la partita hanno del paradossale : tante azioni tendenti  tutte a sminuire il significato, il valore e l’opportunità della consultazione popolare . Desiderio di impedire o scongiurare una condanna di popolo inconsciamente avvertita e temuta.

Niente  accorpamento con le amministrative sprecando volutamente  e colpevolmente grosse risorse finanziarie; la scarsissima pubblicità sui media tanto da indurre il Garante a sanzionare il servizio pubblico per  omessa informazione; i pochi commenti pubblicati in massima parte con intenti  irrisori se non di salutari consigli di vita all’aperto con premature puntate a spiagge  ancora in allestimento.

Una parte della politica a negare e condannare un diritto e l’altra, che pure aveva promosso o appoggiato la consultazione, a non difenderla  sufficientemente.

Umanamente e con un mero esercizio di logica riesco a comprendere le ragioni e le motivazioni di chi troppo spavaldamente avversava i referendum : credevano anche stavolta di poter facilmente “guidare” le scelte e gli umori popolari.

Molto più difficile non dico giustificare ma anche solo comprendere  la scarsa difesa prima e ancor più la mancata euforia dopo la vittoria di chi almeno a parole era sull’altro fronte.

Vedere in brevissimo lasso di tempo uscire dai riflettori mediatici un evento così inusuale, straordinario, per cedere il passo al solito episodio di cronaca nera, montato a giallo come una maionese, è francamente  difficile da accettare.

Il silenzio della politica ha lo scopo di minimizzare la portata di quanto  avvenuto  : parlarne poco o non parlarne affatto fa scemare nella gente la convinzione di aver contribuito a qualcosa di grande e che poi in fondo la politica ed i politici non ne siano stati toccati più di tanto.

Un occhio “non politico” ci legge invece una voglia di emancipazione, di condanna  netta , di distacco da un mondo, quello della politica, che pretende di vivere autocelebrandosi  e totalmente avulso dalla realtà.

Nella vita di paese spesso si riportano leggende di parti straordinari, neonati deformi, pelosi , magari con un accenno di coda, eccessivamente vitali , sicuramente discendenti del maligno, veri mostri, che la Pietà o la paura condanna a taciute soppressioni. ( Racconto ascoltato anni fa)

Il popolo dei Si per la politica è un mostro, un pericolo, e non deve meravigliare se già alla nascita non trovi genitori ad accoglierlo: se è fortunato  sarà un trovatello, se non addirittura soppresso in culla.

A queste riflessioni ci sono arrivato anche grazie ad un intervista rilasciata dal Ministro senza portafoglio e senza pudore Rotondi , che prende atto del disprezzo  popolare verso la casta e che invita chi di dovere a “coccolare” i politici e preservarne i privilegi per garantirne, nuova specie da proteggere, la sopravvivenza.

Io spero che questa partecipazione controcorrente non rientri nell’alveo dell’ovvietà  cui sembra destinata  per scelta politica e che almeno sul tema dei diritti fondamentali dei cittadini trovi la forza di farsi sentire: il mantenimento della democrazia e la possibilità di scegliersi  i candidati  sono temi che interessano tutti  senza distinzioni di collocazione e colorazione politica . Temi che possono e devono tenere sulle spine  la politica strutturata e costringerla almeno ad “ascoltare” e “valutare” i desiderata ed i malumori di un popolo che si sente sempre meno da essa degnamente rappresentato.

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Sono solo alcune ore che si è conclusa la votazione per i referendum  abrogativi  (acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento ). Vale la pena brevemente ripercorrere il tormentato cammino di questa  consultazione .

Promotori una parte politica (IDV) di consistenza minoritaria, un po’ o tanto rompiballe ( in senso positivo) che si attiva e raccoglie firme nelle piazze . Si convincono all’adesione tanti cittadini anche di diverso orientamento politico, che mettono la propria firma a sostegno  di queste richieste. In fondo è una condanna di un tipo di politica che lusinga i cittadini al momento del voto per poi dimenticarsene e negarne le aspettative. Davide che cerca il sassolino con cui colpire il malvagio Golia.

Le altre forze politiche, giudicando velleitaria e senza  sbocchi  l’iniziativa, si mettono in disparte e dal loro Olimpo lanciano sorrisini di commiserazione per quei folkloristici quattro gatti. Golia, da gigante, non si sente minacciato e deride.  Chi sa se si faranno mai questi referendum e nel caso  facciamoli tenere in estate e tutti al mare!

Col tempo gli obiettivi e le contingenze cambiano , Golia appare indebolito dagli ozi capuani, o meglio Sardo-Brianzoli, i gatti da quattro diventano quarantaquattro e si preparano per lo Zecchino d’oro. Ci sono nuove adesioni  non proprio entusiaste sempre temendo di rimediare figuracce alle urne.

La parte della politica, quella che conosciamo come politica, in questa  vicenda di Democrazia reale  è stata veramente marginale : chi( opposizione) non appoggia per timore, chi (maggioranza) mette in atto tutta una serie di manovre ostacolanti per impedire un esercizio naturale di diritto. Come dimenticare chi solo qualche mese fa, in spregio delle difficoltà economiche che la Nazione attraversa, nega di accorpare le elezioni amministrative ai referendum per impedire il quorum ed impossessarsi politicamente della poco onorevole compagnia degli astenuti di professione. Queste menti diaboliche, troppo maliziose per i comuni mortali, già stasera nelle varie ( troppe )  tribune politiche cercheranno di limitare i danni asserendo di aver lasciato libera scelta agli elettori e di non aver mai inteso sconsigliare il voto che resta baluardo della democrazia ( o Demagogia ?). Il carro dei vincitori rischia di crollare per le eccessive ed impreviste presenze a bordo.

Sinora, e questo mi rammarica, nei vari servizi televisivi  non ho sentito un solo cittadino, il vero vincitore, chiamato ad esprimere il suo stato di soddisfazione o magari di dissenso : si nega ancora quel ruolo di centralità che la Politica di professione nega e che il cittadino chiede di esercitare.

Di novità in questi  referendum ce ne sono comunque parecchie : la capacità di bypassare la vera e propria censura mediatica  attuata dal potere ; le televisioni  non ne  hanno per niente parlato , sino ad arrivare alla paradossale  multa  dell’Agcom  a Rai e Mediasat  (qualcuno sintetizza in RAISET)  condannate a pagare per non aver pubblicizzato l’evento con la surreale condizione che il cittadino non informato ( vittima) sia chiamato a pagare con il canone le violazioni  di qualche altro . Cornuto e mazziato  si dice dalle nostre parti. E qualche TG ha anche ( solo  per errore ?) comunicato date inesatte per il voto.

La vera rivoluzione è l’uso della rete. Bazzicando il web, forum, blog, social network in queste ultime settimane si è vissuto un vero e proprio stato di euforia collettiva, una ricerca di consensi, garbata , mai volgare, mai chiassosa  o irriverente  : l’esatto contrario di quanto  si è costretti ad assistere nelle trasmissioni televisive ove politicanti di professione urlano, interrompono o irridono gli antagonisti.

Negi ultimi giorni per favorire il raggiungimento del quorum si sono moltiplicate delle simpatiche iniziative private e spontanee con cui si incentivava il voto : un panino, una birra, una sdraio in spiaggia a chi dimostrava con la tessera di aver votato. Quanta differenza dalla mercificazione dei voti di scambio cui siamo costretti ad assistere.

Le trovate, gli slogan sono NUOVI , spesso con ironia e con tratti innovativi, talvolta semplici, talaltra geniali, si trasmetteva un senso di freschezza comunicativa che faceva a pugni con le facce inceronate e sudate dei politici televisivi.

Da stasera i politici faranno il loro show : chi ha perso dirà che non è vero , molti crederanno di aver vinto, “noi abbiamo perso qualcosa ma gli altri non hanno poi vinto”, siamo al tot%, meno poco , più tanto ecc.

Noi per non vanificare e disperdere questo patrimonio ricordiamoci di ricordare che, a dispetto dalla fuga di responsabilità  cui assisteremo in questi giorni , con i referendum abbiamo abrogato delle Leggi che non si sono scritte da sole , ma che sono il frutto di menti e persone che non si sono mai preoccupate di chiedere e chiedersi se veramente  servivano  ai cittadini .

E con l’acqua pubblica, magari con tubature logore,  offriamo gratis un bagno di umiltà  a questi autentici alieni che pretendono di rappresentarci.

Grazie gente.

Il titolo vuole richiamare il gioco del rimpiattino, tanto caro ai ragazzi, che porta spesso alla liberazione di altri giocatori ” catturati” dal cacciatore.

 

Un giocatore, scelto in genere a caso, deve appoggiare la testa con gli occhi chiusi ad un muro in un punto scelto come “tana” o “toppa” e contare ad alta voce. Mentre lui conta, gli altri giocatori trovano dei luoghi adatti per nascondersi.

 

Quando la conta è terminata, il giocatore che ha contato deve trovare gli altri. Non appena individua uno dei compagni, deve correre alla “tana” e dichiarare ad alta voce il nome della persona che ha visto, la quale viene squalificata. Al successivo turno di gioco, in genere, conterà il primo giocatore a essere catturato.

Se un giocatore riesce a raggiungere la tana senza essere individuato oppure, essendo stato individuato, raggiunge comunque la tana prima del giocatore che contava, può dichiarare “tana!”, sfuggendo in questo modo alla cattura. Se a raggiungere la tana è l’ultimo giocatore rimasto in gioco, può anche dichiarare “tana libera tutti”. In questo caso, i giocatori precedentemente catturati sono liberati e il giocatore che è stato sotto dovrà contare anche nel turno di gioco successivo. ( Wikipedia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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E’ di oggi la folkloristica trovata di Giuliano Ferrara di riunire i direttori di giornali ( Servi liberi) facenti capo al presidente del consiglio in una kermesse al teatro Capranica di Roma. Mi ricorda tanto quelle rimpatriate che i liceali maturandi  facevano pochi giorni prima dell’esame di Stato per suggellare i cinque anni trascorsi insieme : finiti gli esami sarebbe iniziata la diaspora ed ognuno sarebbe partito a caccia del proprio futuro.

Il padrone ( scusate  ma sono  loro stessi che si son definiti servi) invitato non si è presentato ( legittimo impedimento?) e le ranocchie  si sono accontentate di sbaciucchiare il re travicello  sotto le sembianze di una sagoma con le fattezze del Silvio.

Mi chiedo se si possa accettare con noncuranza e senza incazzarsi ( sembra che a indignarsi  siano capaci solo gli Spagnoli ed i Greci!) che la politica ed i politici si divertano con trovate ad effetto e disquisiscano di opportunità di spostamenti di ministeri, di vertici politici in case private e fuori dalle sedi istituzionali magari con festicciole  a fine serata e che a discutere di futuro ci si faccia accompagnare da  figli, incapaci per giunta ( Bossi e figlio per intenderci)

E’ il disprezzo della democrazia; gli interessi ed il Futuro  della Nazione sacrificati ai desideri e alle necessità di pochi.

Riprendendo il parallelo con la festa di fine anno cerchiamo di riprenderci il ruolo di professori esaminatori e bocciare questi poco maturi scolari iniziando dal referendum del 12 e 13 giugno e magari, per consolazione, offrire un viaggio in Germania , Bassa Sassonia, con pranzo a base di insalata e verdure .

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La riflessione apparentemente sconclusionata , quasi un realtà romanzata, con quel pizzico di irreale e di fantastico che solletica la fantasia del lettore, me la consegna su un piatto d’argento un articoletto su Irpinianews, quotidiano on line della nostra zona.

Si ricorre spesso a queste letture per conoscere gli accadimenti che potrebbero interessarci  e tra articoli dettati, sollecitati, più o meno imposti, capita di trovare qualche notizia interessante. Del resto essendo il tutto gratuito non si può ovviamente affinare troppo il palato : siamo in trattoria e non ad una ristorante da Guida Michelin.

La situazione rappresentata è la  inaugurazione di una delle postazioni hi-tech con il valore aggiunto del touch-screen ( tipo iphone), con cui i nostri giovani potranno cercare occasioni di lavoro aspettando magari il proprio turno di prenotazione per una visita medica o esame di laboratorio. L’articolo è corredato di foto con alcuni impettiti personaggi politici  che fanno orgogliosamente cornice ad un… monitor televisivo , con la solennità di chi sta inaugurando  che so la torre Eiffel o una nuova statua della Libertà. Dimenticando che gli stessi servizi potrebbero essere a disposizione degli eventuali interessati  seduti comodamente davanti al Pc sorseggiando magari una bibita tra una chat e l’altra.

Ogni mondo è paese ed in tempi di ristrettezze ci si arrangia non tanto con quel che passa il Convento, quanto piuttosto con quei sempre più risicati finanziamenti  che raggiungono le periferie da un centro sempre più parsimonioso.

Operazioni di questo tipo sono buone per una foto ricordo, e per riempire gli spazi pubblici di “totem” con cui informare gli impazienti cittadini di mirabolanti vantaggi, fantastiche occasioni di lavoro, e altre amenità.

Si dice che la corsa allo spazio dei decenni scorsi, tra satelliti  che hanno concluso il ciclo vitale, razzi dei vettori , e altra “spazzatura” spaziale, abbia portato ad un discreto intasamento delle vie celesti creando qualche problema  per i cosmonauti. Situazione  analoga nei nostri uffici pubblici dove ci si imbatte frequentemente in simulacri di tecnologia, rigorosamente spenti  per risparmiare sulla corrente, e che , con un po’ di creatività finanziaria si potrebbero sostituire con le infernali slot-machines che sfavillano nei locali di ritrovo, adattando il premio alla contingenza : La slot ospedaliera come premi in caso di vincita proporrebbe una riduzione di tot ( variabili) giorni di fila di attesa fino ad un jackpot  che dia diritto ad una visita GRATIS del Primario.

Con la febbre del gioco che ci contraddistingue e che aumenta statisticamente  in periodi di crisi economica potrebbe essere un modo per incrementare gli introiti salvo poi , diventata una patologia, riaccollarne i costi sulla collettività incolpevole. Non è un buon esempio avere uno stato biscazziere e anche le difficoltà economiche non giustificano la deriva che il fenomeno sta assumendo.

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Un familiare commentando le piccole-grandi  noie che queste note , urtando la suscettibilità di qualcuno, mi hanno procurato, tra il serio e il faceto mi redarguisce : “ Non ti meravigliare se poi hai fatto questa fine ! ” con questa frase  pronunciata come una vera e propria citazione.

Ho chiesto chiarimenti non conoscendo l’aneddoto ed il contesto cui essa si riferiva. L’occasione era buona  per sdrammatizzare la tensione.

Un pio giovane, con molta fede e un po’ meno di cervello, era solito tutti i giorni recarsi in chiesa alla controra; inginocchiato davanti al Crocefisso  che lo sovrastava , enorme,  pregava  a voce bisbigliata , infervorandosi un poco.

Il ripetersi quotidiano della cosa solleticò la curiosità del sagrestano che si pose in ascolto, nascosto  dietro  all’altare. Il giovane chiedeva al Signore di fargli conoscere una donna da sposare che fosse l’incarnazione della sposa perfetta: bella, fedele, educata , rispettosa , religiosa  e dotata di tante altre qualità.

Il sagrestano, che nonostante la frequentazione  quotidiana di luoghi consacrati conservava una vena di profana goliardia, decise di farsi gioco del giovane.

Il giorno dopo, appena  il malcapitato ebbe finito di snocciolare le virtù che richiedeva per la consorte ideale, alterando la voce e dandosi un tono  “celeste”,  il sagrestano nascosto  cadenzò: “ Incontrerai una donna brutta, poco o nulla fedele, maleducata , irriverente e indiavolata!!!

Il ragazzo, incredulo, dopo qualche secondo di comprensibile silenzio, sollevando lo sguardo verso il Crocefisso , profferì la già menzionata frase : “ Non meravigliarti se poi ti hanno fatto fare questa fine!!”

Riporto l’aneddoto , che non conoscevo,  perché mi ha scucito un sorriso e mi ha confermato, se ce ne fosse bisogno, che spesso si arriva erroneamente a delle conclusioni in base alle apparenze.

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Ormai siamo a ridosso della Pasqua , festa che oltre  i risvolti religiosi, riveste per il popolo il significato di festa grande, da passare in serenità e gli auguri si sprecano : sinceri o formali che siano.

Il significato di occasione importante,  da vivere alla grande, lo si coglie anche nel momento della ….sua  negazione : infatti nei momenti di alterco, di nervi tesi e cervelli offuscati , cercando di augurare  il peggiore male possibile all’occasionale nemico , oltre il truculento “ puozza itta lu sanc !”, il generico “puozza passa nu vaio!”, si ricorre ad augurare “ na mala Pasqua!

Per la verità le memorabili litigate, gli scambi di accuse ed invettive colorite si perdono nei ricordi dell’infanzia : con il passare del tempo i rapporti interpersonali si sono fatti sempre meno forti, ci si saluta a malapena e, fortunatamente, si litiga forse meno.

Folcloristiche e memorabili le litigate lungo le strade del paese, alle fontane pubbliche, al mercato e talvolta, luogo meno opportuno, nelle chiese.

In un susseguirsi di invettive, con uno studiato, scenografico, crescendo incalzante dei toni , si raggiungeva la fase delle “jasteme”, vere e propri sfide di sortilegi : chi lanciava la “sentenza”  più terrificante si aggiudicava la manche.

Ricordi.

Oggi le “jasteme” ti vengono asetticamente …notificate da incolpevoli messi , negandoti la possibilità di sguaiate , melodrammatiche ma liberatorie sceneggiate.

Il tema della “mala Pasqua” ha dato il titolo ad una poco fortunata opera lirica (Rappresentata una sola volta alla fine del 800) del Musicista Stanislao Gastaldon ed ispirata alla novella del Verga , Cavalleria Rusticana.

L’occasione è perfetta, tralasciando le negatività, per fare gli auguri , veri e sentiti, a quanti hanno la pazienza o la curiosità, di seguire queste note.

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