Che i politici siano narcisisti è risaputo : passerebbero intere giornate allo specchio ad ammirarsi, a misurare le “pose” e gli atteggiamenti migliori .
Un po’, perdonatemi la cattiveria, come le signore quando si truccano : in entrambi i casi prevale il desiderio di conquista e di seduzione , si cerca di vendere al meglio quel poco o tanto che si ha.
Purtroppo spesso questi atteggiamenti sfociano in vere e proprie patologie quando il desiderio di apparire, di “esibirsi”, di “vendersi“, diventa incontrollabile .
E’ il presenzialismo più sfrenato, basta che si intraveda un nastro tricolore – si racconta, credo esagerando, di un Sindaco che rincorreva con un paio di forbici un alunno di V elementare ; un capannello , un assembramento dalle tre persone in su ( c’è chi giura di averlo visto fare anche in una fila di pensionati alla posta o ai bagni pubblici [ quando ci sono e sono agibili ]) e ZAC, scatta il raptus e microfono alla mano si improvvisa non un discorso ma un vero e proprio comizio.
Una processione, ancora meglio una serata di musica jazz o da camera al castello, una inaugurazione ( l’ennesima), un funerale sono occasioni perfette per magnificare le proprie gesta e tramandare ai posteri l’effimera gloria di un borgomastro di quartiere.
Penso che i fedeli che seguono una processione, gli appassionati di musica , i pensionati, gli assembrati per caso, meritino un tantino di rispetto in più perché sicuramente non si sono recati all’appuntamento con l’intento o la segreta speranza di ascoltare le mirabili gesta amministrative del primo cittadino.
A quest’ultimo ricordo e rimprovero l’aver disertato l’unica vera sede di confronto e discussione politica : i comizi di chiusura della campagna elettorale, prima evitando di allestire come amministrazione un palco attrezzato per tutti e secondo di aver preferito, almeno in quel caso, la forchetta al microfono !